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FALCONE TORNA ALL' OPERA E VIETA A CIANCIMINO DI RISIEDERE A PALERMO

A.B., 23 settembre 1988

PALERMO Il primo atto istruttorio che ha firmato dopo la grande pace è un divieto di soggiorno a Palermo per Vito Ciancimino, giudicato socialmente pericoloso. Così Giovanni Falcone è tornato al lavoro nel bunker dell' ufficio istruzione dopo avere ritirato la lettera di trasferimento che la mattina del 31 luglio aveva consegnato al presidente del Tribunale Antonino Palmeri. Un atto istruttorio importante perchè precede di qualche settimana il deposito della sentenza-ordinanza sugli affari di Vito Ciancimino e di altri 150 personaggi in odore di mafia. E' il cosiddetto maxi-quater, il quarto troncone della grande indagine su Cosa nostra, dove comunque la posizione dell' ex sindaco e di altri otto imputati è stata stralciata. La requisitoria su Ciancimino e soci sarà conclusa dal sostituto procuratore Alberto Di Pisa tra pochi giorni e tutti gli atti saranno trasmessi poi ai giudici del pool che decideranno su rinvii a giudizio o proscioglimenti. Falcone e gli altri giudici istruttori sono concentrati adesso sull' inchiesta Ciancimino per esaminare le ultime relazioni degli ispettori della Banca d' Italia sul giro di denaro dell' ex sindaco. Falcone è tornato in scena in una tranquilla giornata con tutti i protagonisti del Palazzo di Giustizia favorevolmente sorpresi dallo storico incontro con abbraccio tra il giudice e il consigliere istruttore Meli. E' la prova dice il presidente del Tribunale Palmeri che sotto il profilo umano tra i due magistrati non c' è mai stato nulla e, soprattutto, che entrambi erano in perfetta buona fede. Dalle stanze del Palazzo è filtrato nella tarda mattinata il testo del messaggio di Falcone al presidente del tribunale con il ritiro formale della domanda di trasferimento ad altro ufficio. Una lettera breve, undici righe in tutto: Preso atto che il Consiglio superiore della magistratura ha riaffermato la necessità che le strutture giudiziarie compiano ogni sforzo per la repressione della criminalità mafiosa, e che per raggiungere tale obiettivo è necessario che tutti i magistrati continuino ad operare nell' adempimento del loro dovere, anteponendo lo spirito di servizio a qualsiasi altra considerazione, revoco la mia domanda di assegnazione ad altro ufficio. - a b