RASSEGNA STAMPA
IL GIORNALE - G8, polizia condannata per irruzione alla Diaz
Genova, 19 maggio 2010
G8, polizia condannata per irruzione alla Diaz
Ma il Viminale ribadisce la
fiducia agli agenti
Ribaltata la sentenza sull'irruzione della polizia durante il G8 del 2001.
Per i 13 poliziotti condannati in primo grado le pene sono state
inasprite. Ma Mantovano: "I poliziotti restano al loro posto"
La corte d'Appello ha ribaltato la sentenza di primo grado sulla
sanguinosa irruzione della Polizia nella scuola Diaz durante il G8 del
2001 a Genova ed ha condannato anche i vertici della Polizia di Stato,
infliggendo in totale circa 85 anni di reclusione.
Condanna ai vertici Il capo dell'anticrimine Francesco Gratteri è stato
condannato a quattro anni, l'ex comandante del primo reparto mobile di
Roma Vincenzo Canterini a cinque anni, l'ex vicedirettore dell'Ucigos
Giovanni Luperi (oggi all'Agenzia per le informazioni e la sicurezza
interna) a quattro anni, l'ex dirigente della Digos di Genova Spartaco
Mortola (ora vicequestore vicario a Torino) a tre anni e otto mesi, l'ex
vicecapo dello Sco Gilberto Caldarozzi a tre anni e otto mesi. Altri due
dirigenti della Polizia, Pietro Troiani e Michele Burgio, accusati di aver
portato le molotov nella scuola, sono stati condannati a tre anni e nove
mesi. Non sono stati dichiarati prescritti i falsi ideologici e alcuni
episodi di lesioni gravi. Sono invece stati dichiarati prescritti i reati
di lesioni lievi, calunnie e arresti illegali. Per i 13 poliziotti
condannati in primo grado le pene sono state inasprite.
Ventisette imputati Il procuratore generale, Pio Macchiavello, aveva
chiesto oltre 110 anni di reclusione per i 27 imputati. In primo grado
furono condannati 13 imputati e ne furono assolti 16, tutti i vertici
della catena di comando. I pubblici ministeri Enrico Zucca e Francesco
Cardona Albini avevano chiesto in primo grado 29 condanne per un ammontare
complessivo di 109 anni e nove mesi di carcere. In primo grado furono
assolti Francesco Gratteri, ex direttore dello Sco e oggi capo
dell'Antiterrorismo, per il quale il pg ha chiesto una condanna a 4 anni e
10 mesi; Giovanni Luperi, ex vice direttore Ucigos e oggi all'Agenzia per
le informazioni e sicurezza interna (chiesti 4 anni e 10 mesi); Gilberto
Caldarozzi, ex vice dello Sco e oggi capo (4 anni e sei mesi) e Spartaco
Mortola, ex capo della Digos di Genova e oggi questore vicario a Torino
(chiesti 4 anni e sei mesi).
Le vittime dell'assalto Un urlo si è levato nell'aula del Tribunale di
Genova mentre i magistrati leggevano il dispositivo della sentenza. Erano
le grida dei numerosi stranieri presenti in aula, tedeschi e inglesi in
particolare, vittime dell'assalto. Il giornalista inglese Mark Covell dice
che ancora non si capacita della sentenza: "Stamattina non mi aspettavo
niente. E' una sentenza sensazionale che restituisce forza e coraggio a
tanti italiani e stranieri che durante il G8 hanno subito delle
ingiustizie, sono stato picchiati, torturati, imprigionati". Heidi
Giuliani, la mamma di Carlo, commenta che "il sorriso di Zulkhe è stata la
risposta migliore alla sentenza. Avere una risposta di giustizia fa sempre
piacere in questo paese". Zulkhe è la ragazza tedesca fotografata in
barella all'uscita della Diaz dopo il pestaggio e la cui immagine finì
nella copertina dell'inchiesta della procura. Enrica Bartesaghi,
presidente del comitato "Verita' e giustizia" ha commentato: "E'
incredibile, non ci aspettavamo questa sentenza, si riapre uno spiraglio
di fiducia in questo paese. E' stata riconosciuta la catena di comando.
Tutti quelli che c'erano sono responsabili". Soddisfazione è stata
espressa anche dagli avvocati difensori dei manifestanti e delle parti
civili. "E' stata confermata la nostra tesi che anche i vertici sono
responsabili dell'operazione. Abbiamo ottenuto il risarcimento delle spese
di primo grado, l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni" ha
commentato l'avvocato Stefano Bigliazzi. Tra gli altri particolari, è
stato riconosciuto anche il danno subito dai giuristi democratici ai quali
furono sequestrati degli hard disk alla scuola Pascoli.
L'irruzione nella Diaz L'irruzione della polizia nella scuola Diaz di
Genova, la notte del 21 luglio 2001, avvenne il giorno dopo la morte di
Carlo Giuliani, ucciso durante l'assalto a una camionetta dei carabinieri
e mentre le strade di Genova erano devastate dalle violenze dei black
bloc. La scuola Diaz era stata scelta dal Comune di Genova come ostello
per i no global arrivati da tutta Europa. Al termine dell'irruzione dei
poliziotti del Reparto Mobile di Roma guidati da Vincenzo Canterini oltre
60 ragazzi rimasero feriti, alcuni dei quali in modo grave. La polizia
arrestò 93 giovani, tutti poi prosciolti. In quel frangente, furono
sequestrate due bottiglie molotov che erano state trovate trovate per
strada e poi - hanno sancito ieri sera i giudici - furono portate
all'interno della scuola per giustificare gli arresti.
"Macelleria messicana" Le immagini dei volti feriti, dei pestaggi, del
sangue nei locali della scuola devastata fecero il giro del mondo come le
parole del giornalista inglese Mark Covell, che subì lesioni gravissime.
Uno dei funzionari di polizia imputati, Michelangelo Fournier definì in
aula la scena che gli si era parata davanti una "macelleria messicana". Le
indagini sono state affidate a Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini,
due dei magistrati di punta della procura di Genova.
La sentenza di primo grado Gli accertamenti sull'irruzione, sulle lesioni,
sugli arresti arbitrari e sull'episodio delle molotov sono stati lunghi e
difficili e i magistrati inquirenti hanno denunciato l'atteggiamento non
collaborativo dei vertici della Polizia. La sentenza di primo grado
assolse la "catena di comando", i sedici dirigenti della Polizia. Tredici
furono i condannati, per complessivi 35 anni e sette mesi di reclusione.