RASSEGNA STAMPA
La Repubblica - Quella notte alla Diaz il G8 diventa un fumetto
Roma, 10 maggio 2008
È in uscita la prima ricostruzione "a strisce" degli avvenimenti di Genova
del 21 luglio 2001
Il testo riporta fedelmente il rapporto della Procura e
contiene ricostruzioni e interrogatori
Quella notte alla Diaz il G8 diventa un fumetto
I volti, le sedie, i caloriferi, gli zaini rovesciati, e i caschi degli
agenti...
Tutto è proprio come l´ha visto chi c´era eppure più nitido, fermo, diverso
CONCITA DE GREGORIO
Più di un film, più di un racconto. Il fumetto ha questo, di più:
riproduce la realtà nella forma dell´immaginazione. La rispetta, però
lascia a chi legge il compito di indovinare il movimento, i suoni, i
colori, la velocità dell´azione. Costringe chi lo legge ad entrarci
dentro: impegna le emozioni in un lavoro personale e privato. Ti apre la
porta nella forma elementare di un disegno, quelli che grezzi tutti
facevamo da bambini: avanti c´è posto, vieni pure anche tu, diventa il
supereroe del tuo cartone preferito. Ecco perché il racconto a fumetti
della notte alla scuola Diaz è una calamita ipnotica da cui non puoi
separarti fino all´ultimo quadro: non puoi chiudere, non puoi smettere
perché chi sta vivendo quella storia in quel momento sei tu. Ecco perché,
anche, è un´esperienza favolosa e terribile: entri in quella scuola quella
notte, adesso e proprio tu, e però non ci sono supereroi né manga, non c´è
il Giustiziere Nero sconfitto dalla Spada di luce. C´è la storia come è
successa davvero, come la raccontano le pagine degli atti giudiziari, non
ci può essere un dubbio è andata proprio così, sono i verbali: sei dentro
la vita vera, non sei un avatar di second life, non è un gioco di guerra,
è quel che è stato quel giorno e adesso eccolo qui, puoi vederlo,
camminarci dentro.
Sette anni, trenta libri, venti spettacoli e docu-film dopo il G8 di
Genova esce oggi per le edizioni Beccogiallo la prima ricostruzione a
fumetti di quel che successe la notte del 21 luglio 2001 "presso
l´istituto scolastico Armando Diaz". Il testo riporta fedelmente il
rapporto della Procura di Genova: la "Memoria illustrativa" che contiene
ricostruzioni verbali testimonianze interrogatori. Duecentosessantuno
pagine: il resoconto tecnico dell´accusa. La sceneggiatrice del fumetto,
Gloria Bardi, è una scrittrice ed autrice teatrale genovese, docente di
storia e filosofia. Ha scelto, spiega, di mantenere intatto il linguaggio
dei verbali ("il suo statuto epistemologico") proprio perché la freddezza
dei vocaboli accostata all´eloquenza immaginifica dei disegni raggiunge un
risultato straniante e più eloquente del vero. I fumetti, in bianco e
nero, sono di Gabriele Gamberini, pittore e disegnatore bolognese. I volti
delle persone, le sedie i caloriferi della scuola, gli zaini rovesciati,
le bocche spalancate e i caschi degli agenti: tutto è proprio come l´ha
visto chi c´era eppure più nitido, fermo, diverso. È come in quelle
illustrazioni dei processi a porte chiuse dove vedi gli accusati in
gabbia: all´improvviso ne riconosci dettagli che non avevi messo a fuoco
mai. Uno sguardo, l´anello ad una mano, una cravatta allentata, un gesto.
In appendice al volume Gloria Bardi intervista Nando Dalla Chiesa;
Francesco Barilli (coordinatore del sito web Reti invisibili) parla con
Enrica Bartesaghi e con Lorenzo Guadagnucci, la prima madre di Sara, "una
della Diaz", il secondo giornalista economico del "Resto del Carlino"
anche lui aggredito e arrestato nella scuola quella notte e autore di vari
diari e ricostruzioni di quei giorni.
Il racconto a fumetti si apre con il computer su cui un agente, a
Bolzaneto, sta mettendo a verbale gli arresti eseguiti nella notte. "Al
termine di una perquisizione domiciliare abbiamo proceduto all´arresto dei
nominati in oggetto poiché responsabili del delitto di associazione per
delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio nonché del
delitto di detenzione abusiva di armi, virgola, da guerra, aperta
parentesi, bombe molotov, chiusa parentesi, punto". I 93 arrestati quattro
giorni dopo vengono tutti scarcerati: nessuna prova, nessuna convalida. È
da qui che parte la Memoria illustrativa della Procura: Genova, 21 luglio, "dopo la mezzanotte erano state private della libertà persone che è
ragionevole pensare si trovassero nella scuola del tutto casualmente e
lecitamente (...) persone che recano segni di violenza riscontrabili sui
loro corpi (...) violenza, uso brutale della forza su persone inermi". A
verbale le contraddizioni degli agenti del reparto mobile a bordo del
Magnum indicato dal vicequestore Massimiliano di Bernardini come il "mezzo
colpito da oggetti contundenti lanciati dalle finestre della scuola". Gli
agenti: "un sasso ha colpito il parabrezza". "La venatura era a forma di
esse spezzata", "si trattava di un buco se ben ricordo con una crenatura
tipo ragnatela", "non ho visto il sasso", "una venatura? Non ricordo", "ho
detto parabrezza? Mi sarò sbagliato". Le testimonianze delle vittime: il
giornalista inglese Mark C., "sono uscito dalla scuola mi hanno sbattuto
in terra e picchiato tre quattro minuti, poco dopo un agente col casco
antisommossa è tornato indietro e mi ha dato un calcio nella schiena - nel
disegno, a questo punto, si vede solo la suola della scarpa dell´agente -
tutti gli altri hanno cominciato a calciarmi tutte le mie costole si
rompevano sentivo il sangue in bocca non potevo respirare". Emma Nick,
ragazzina coi capelli lisci: "Sembrava un burattino accasciato in una
pozza di sangue". Un tenente dei carabinieri, deposizione del 17 luglio
2003: "Giunto di fronte al cancello mi resi conto che a terra giaceva una
persona apparentemente priva di sensi". Disegno dell´agente che lo
trascina via per la braccia, in primo piano le mani inanimate. Quadro
grigio, scritta: "Ho perso conoscenza".
Gloria Bardi, che della Memoria ha scelto i testi per la trama del
fumetto, non era in piazza a Genova quei giorni: «Non ho preso parte alle
manifestazioni. Mi consegnò la memoria un amico avvocato, Armando
Roccella, mi disse "credo che potresti ricavarne uno spettacolo. Le
persone devono sapere". La mia speranza è che il libro sia letto e
apprezzato anche da quanti non hanno simpatia per la parte politica a cui
appartengono le vittime e magari ne hanno per le forze dell´ordine.
Infatti chi riconosce nell´ordine un proprio valore di riferimento
dovrebbe essere il primo a non volere il disordine, l´illegalità
l´arbitrio l´abuso, la sospensione del controllo da parte di chi lo
esercita per mandato».