RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX - G8, scivolone di Amato
Roma, 22 marzo 2008
G8, scivolone di Amato
Sinistra e forze dell'ordine furiose dopo l'intervista del ministro a "Repubblica"
Essere Sottile significa anche questo. Giostrare con abilità con le parole e tentare di distribuire soddisfazioni un po' in tutte le
direzioni. Così fa Giuliano Amato. Spiega che a Bolzaneto «con un governo
di centrodestra qualcuno ha voluto dare una lezione ai "comunisti"» e così
fa felice la sinistra radicale. E ribadisce: «Troppa indifferenza, si è
urlato più su Guantanamo che sulle cose di casa nostra».
Però poi difende a spada tratta l'ex capo della polizia e suo uomo di
assoluta fiducia Gianni De Gennaro. Dice che «a Bolzaneto la penitenziaria
non dipendeva da lui», dimenticando che a processo ci sono anche agenti
della polizia di Stato. E alla fine della partita dice comunque di no alla
Commissione parlamentare d'inchiesta sul G8: «Per accertare la verità è
meglio affidarsi al lavoro dei giudici».
Così diventa un caso l'intervista del ministro dell'Interno a la
Repubblica. E finisce per non accontentare nessuno. Crea tensioni nel
panorama politico, più a sinistra che a destra, e fa inalberare anche le
rappresentanze delle forze dell'ordine. Che cos'è accaduto? Negli ultimi
giorni, in coincidenza della requisitoria dei pm, il quotidiano di Ezio
Mauro ha pubblicato una lunga inchiesta sulle vessazioni nella
caserma-carcere di Bolzaneto, dove vennero portati i fermati degli scontri
del G8. Lì dentro sono accadute cose oggettivamente inaccettabili.
L'inchiesta, affidata a una delle penne più note del giornale, è
consistita in un ampio riassunto di circostanze e situazioni notissime,
raccontate e analizzate centinaia di volte dai media. Ma tant'è, fanno
sempre il loro effetto. Soprattutto se piombano, per una maligna
coincidenza del caso, in piena campagna elettorale.
Così la coincidenza ha fatto venire allo scoperto il candidato premier del
Pd, Walter Veltroni. Che ha rilanciato e promesso, in caso di vittoria
nelle urne, la commissione d'inchiesta sui fatti del G8. Apriti cielo.
Perché la Sinistra Arcobaleno e il mondo noglobal sono insorti. Già:
quell'impegno era già contenuto nel programma elettorale di Romano Prodi.
Ma poi è stato disatteso. Nel modo più strano.
Accade tutto nell'ottobre dello scorso anno. La commissione affari
costituzionali della Camera è pronta al varo. Ma votano contro l'Idv di Di
Pietro e l'Udeur. Non si fanno neanche vedere i "socialisti" della Rosa
nel Pugno. Luciano Violante si astiene («Io non voto mai»). Risultato: 22
a 22. Pari e patta, la commissione non si fa. Così la sinistra, e non
senza qualche buona ragione, si sdegna. Bertinotti bolla come «propaganda»
le posizioni del Pd e non esita a definirsi «sconvolto per la
sfacciataggine degli ex alleati». Gennaro Migliore, capogruppo del Prc
alla Camera: «Vogliono lucrare voti e popolarità: alcuni di quelli che non
c'erano arrivano adesso, in campagna elettorale, a urlare infine il loro
sdegno». Il capogruppo al Senato del Pcdi Manuela Palermi: «Leggendo
l'intervista di Amato ho provato sollievo all'idea che la Sinistra
Arcobaleno non sia più alleata del Pd: è un'intervista brutta, ambigua,
volutamente orientata ad evitare il problema». Il verde Paolo Cento la fa
più semplice e invita Amato a «avere il pudore di non prendere per i
fondelli la sinistra».
Ultima sferzata dal Sappe, sindacato della polizia peniteziaria: «Non ci
sono affatto piaciute le dichiarazioni del ministro dell'Interno, tese
quasi a stravolgere la realtà quando afferma che a Bolzaneto c'era
soprattutto la Polizia penitenziaria. Non è vero, Ministro. A Bolzaneto,
struttura della Polizia di Stato, c'era anche - e non principalmente - la
polizia penitenziaria ed era insieme a uomini e donne della polstato e
dell'Arma dei carabinieri».
Marco Menduni