CONFERENZA INTERNAZIONALE - Il continuum della violenza
I mille volti della repressione nella Francia contemporanea
Martedi 22 luglio 2008 | ore 17,30 | Munizioniere di Palazzo Ducale
Conferenza Internazionale
Il continuum della violenza -
l'Europa dal G8-2001 ad oggi
Jean-Pierre Masse, Sciences Po - Paris
I mille volti della repressione nella Francia contemporanea
Quando gli organizzatori di questa conferenza mi hanno chiesto di dire qualche parola, sono stato
molto onorato ma, nello stesso tempo, ho esitato a rispondere perchè avevo l'impressione d'avere
poche cose interessanti da dire su questo enorme oggetto che è la repressione, in particolare quella
riguardante le Forze di polizia, tema principale della conferenza a cui sono stato invitato. In seguito,
dopo alcune discussioni con gli organizzatori, ciò che mi è parso interessante è stata l'idea di far
uscire il soggetto dalla sua dimensione "di polizia" e di delineare una piccola panoramica delle
diverse forme di repressione con le quali ci confrontiamo quotidianamente, in quanto individui,
cittadini, militanti etc.
Ciò che è cambiato in questi ultimi anni è l'arsenale di argomentazioni utilizzato per ridurre le
nostre libertà: ormai siamo privati di fondamentali diritti, individuali e collettivi, in cambio della
promessa di una maggiore sicurezza. Ritroviamo questa scusa in molti documenti prodotti dall'UE,
di cui i testi e le pratiche francesi di cui vi parlerò adesso non sono che la traduzione. È questa
dimensione, questo aspetto della questione, che mi pare importante e che servirà da "filo rosso"
nella mia relazione.
Se ci troviamo oggi qui a Genova è in parte a causa di quanto avvenuto 7 anni fa, nel luglio 2001,
con la violenta repressione di cui siamo stati oggetto, tanto individualmente quanto collettivamente.
Ma noi non siamo qui in quanto vittime, noi siamo qui in quanto cittadini, e militanti, per mostrare
che continuiamo a lottare malgrado il contesto repressivo che si è sviluppato intorno a noi in questi
ultimi anni. La recente sentenza pronunciata riguardo i fatti di Bolzaneto si rivela allora iniqua, non
solamente poiché hanno «innocentato» una parte dei poliziotti accusati, ma perchè ne individualizza
le responsabilità, quando queste invece sono collettive: sono i governi, gli Stati, i «potenti del G8 »,
come dicevano alcuni, ad aver permesso tale repressione.
Contrariamente a quanto potreste credere, evocando ciò non mi allontano dal soggetto di questa
conferenza. In effetti, per quanto riguarda la polizia, la giustizia, la militanza, le nuove tecnologie,
la comunicazione, etc. possiamo trovare dei testi che poco a poco inquadrano e dirigono le nostre
pratiche, le nostre esistenze. Questa accumulazione di dispositivi contribuisce a favorire un contesto
per cui molti tra i rappresentanti dell'autorità pubblica credono che sia loro tutto permesso. Per
esempio, esistono non meno di 16 leggi, adottate in Francia tra il 2002 e il 2008, che possono essere
decisamente definite sicuritarie, senza considerare in questo elenco quel che riguarda le nuove
tecnologie, le telecomunicazioni ed internet.
Gli abusi compiuti dalle Forze di polizia non constituiscono che la punta dell'iceberg... quando
vogliamo vederla. La stampa, per considerare solo questa fonte, trabocca di racconti, di esempi, che
accostati l'uno all'altro finiscono per essere rivelatori. Vi rinvio al bollettino Que fait la police ? che
raccoglie e ripubblica mensilmente queste storie, o ancora alla rivista Résistons ensemble
(http://resistons.lautre.net) che compie lo stesso lavoro. Maurice Rasjfus in uno dei suoi ultimi libri,
« Les mercenaires de la République », tratta ed analizza in dettaglio la questione.
Potremmo stilare un florilegio dei comportamenti tenuti dagli agenti, senza tuttavia rendere l'idea di
quanto questi possono influire sul quotidiano, in particolare nelle banlieues. Nel libro « Une émeute
en toute logique », pubblicato in seguito alla rivolta del novembre 2005, troviamo la testimonianza
di un « giovane » che racconta come i poliziotti gli chiedessero i documenti tutti i giorni...
chiamandolo per nome. Ma al di là di questo aneddoto, che dimostra come la cosiddetta repressione
non si manifesti solo a colpi di manganello, questo libro vuole insistere sull'ampiezza della
repressione, quella reclamata in maniera particolare dai Ministri dell'Interno e di Grazia e Giustizia,
quando chiedevano agli agenti, nel pieno degli eventi, di effettuare "il maggior numero possibile di
arresti" ed ai Pubblici Ministeri di "richiedere le pene più severe".
Cambia poco, se pensiamo al sostegno incondizionato di Charles Pasqua a quegli agenti autori di
bavures, (1) mentre egli sedeva al Ministero dell'Interno, qualche anno fa. Ma possiamo domandarci
se il comportamento degli agenti sarebbe stato lo stesso, se essi non avessero beneficiato
dell'appoggio senza riserve del loro superiore in scala gerarchica e se la legge non li avesse spinti ad
adottare dei comportamenti indegni della loro funzione.
Una prospettiva particolare attraverso cui analizzare la repressione è offerta dal reato di "Outrage et
rébellion" (2), secondo l'analisi di Fabien Jobard nel suo libro « Quand les policiers vont au tribunal ».
Secondo l'osservatorio nazionale sulla criminalità, nel 2007, sono stati registrati 31.731 casi di
outrage verso pubblici ufficiali, contro i 17.700 del 1996. Diversi sono i casi di persone non
particolarmente giovani accusate di outrage, al punto che gli stessi Magistrati hanno cominciato a
reagire, sostenendo i cittadini contro gli agenti, quando il numero di casi in attesa di giudizio
cominciava a costituire effettivamente un intasamento dei Tribunali. Una forma di resistenza che si
aggiunge alle numerose denunce delle pratiche della giustizia francese, specialmente pronunciate
dal sindacato della Magistratura.
Quest'ultimo ha recentemente reso pubblica una circolare indirizzata a tutte le Procure di Francia in
cui viene sottolineata "la moltiplicazione delle azioni violente commesse in diversi luoghi del
territorio nazionale attribuibili all'area anarco-autonoma", ricordando che "è anche in occasione di
manifestazioni in sostegno ai prigionieri o agli stranieri in situazione irregolare che i suoi membri si
esprimono, talvolta violentemente" e chiedendo loro di "informare nel più breve tempo possibile la
sezione anti-terrorismo della Procura generale di Parigi per valutare di comune accordo
l'opportunità di un trasferimento del caso a quest'ultima" (3). Questo documento mi sembra
sintomatico e rivelatore di un presentimento degli ultimi tempi, quello dell'assimilazione degli
attivisti politici a terroristi, assimilazione che a sua volta giustifica, agli occhi dello Stato, l'utilizzo
ripetuto di misure d'emergenza e di eccezione. Una delle più chiare illustrazioni di questa tendenza
è stata la riattivazione del coprifuoco in certe banlieues francesi nel novembre 2005, come il ricorso
alla nozione di stato d'urgenza, con la riattivazione della legge n° 55-385 del 3 aprile 1955 (che per
l'appunto istituiva lo stato d'urgenza) all'epoca della guerra di Algeria...
Lista delle 16 leggi sicuritarie votate dal 2002 (alle quali bisognerebbe aggiungere altri due testi
penali a carattere tecnico sui giudici di pace e sulla garanzia di equità della procedura penale):
- Loi programmation de la justice du 3 août 2002
- Loi Perben 1 du 9 septembre 2002
- Loi Sarkozy du 18 mars 2003 sulla "sicurezza interna"
- Loi sur l’immigration du 26 novembre 2003
- Loi sur l’asile 10 décembre 2003
- loi Perben 2 sulla "criminalità organizzata" du 9 mars 2004
- Loi 26 janvier 2005 sui giudici di pace
- Loi 18 novembre 2005 sulla dichiarazione dello stato d'urgenza
- Loi 12 décembre 2005 sulla recidiva
- Loi 23 janvier 2006 contro il terrorismo
- Loi 31 mars 2006 , "égalité des chances"
- Loi immigration 26 juillet 2006 "immigration choisie"
- Loi prévention délinquance 15 mars 2007
- Loi récidive 10 août 2007
- Loi Hortefeux 20 novembre 07 sugli stranieri (test del DNA )
- Loi "rétention de sûreté" du 25 février 2008
Links:
Que fait la police ? http://quefaitlapolice.samizdat.net
Résitons ensemble http://resistons.lautre.net
Syndicat de la magistrature, "La Direction des Affaires Criminelles voit des terroristes partout"
http://www.syndicat-magistrature.org/spip.php?article724
Loi no 55-385 du 3 avril 1955, con cui viene istituito lo stato d'emergenza.
http://www.libertysecurity.org/article584.html
Decreto n° 2005-1387 du 8 novembre 2005 relativo all'applicazione della legge n° 55-385 du 3 avril
1955
http://www.libertysecurity.org/article579.html
Progetto di legge per prolungare l'applicazione della legge n° 55-385 du 3 avril 1955:
http://www.libertysecurity.org/article586.html
(1) Lett. "sbavature", può essere inteso come un "eccesso di zelo".
(2) Lett. "Oltraggio e ribellione", ha una valenza tanto verbale quanto materiale, e potrebbe corrispondere ai reati di
resistenza e di oltraggio a pubblico ufficiale (quest'ultimo oggi depenalizzato).
(3) Cfr. "La chancellerie donne des instructions sur « la mouvance anarcho-autonome »", Article publié le 28 Juin 2008
par Isabelle Mandraud. Source : LE MONDE.